Come già evidenziato dai dati sul Pil del secondo trimestre, l’incertezza legata ai dazi sta producendo un primo effetto “anestetizzante” sull’economia, che rallenta ed entra in stasi proprio mentre avrebbe bisogno di slancio per fronteggiare eventuali peggioramenti del contesto internazionale.
Così Confesercenti, commentando i dati diffusi oggi da Istat su prezzi e mercato del lavoro.
Sul fronte dell’inflazione a luglio, nonostante l’accelerazione congiunturale, la variazione tendenziale si conferma all’1,7%, la stessa variazione di quella acquisita. Sembrerebbe, dunque, che il processo inflattivo si sia stabilizzato su valori inferiori all’obiettivo BCE, anche se il rallentamento dei prezzi non si è tradotto in un aumento dei consumi delle famiglie, su cui pesa anche l’accelerazione rispetto a giugno degli alimentari e dei prodotti ad alta frequenza di acquisto.
Anche sul mercato del lavoro si colgono segnali in chiaroscuro. I dati di giugno sono positivi, anche grazie all’apertura della stagione estiva, ma l’occupazione si avvia a stabilizzarsi su una crescita più lenta, seguendo la dinamica del PIL. Continua, inoltre, l’invecchiamento della forza lavoro: su base annua gli occupati crescono di 363mila unità (+1,5%), con un aumento che coinvolge uomini e donne ma è concentrato tra gli over 50, che crescono del 6,2% e costituiscono ormai il 42% del totale degli occupati. Le altre fasce di età, invece, arretrano. La crescita degli indipendenti – +190mila unità rispetto a giugno 2024 (+3,7%) – è un dato da accogliere con favore, ma che va monitorato attentamente per verificarne la tenuta nei prossimi mesi.
Complessivamente, sembra mancare l’abbrivio necessario per affrontare un eventuale deterioramento del quadro internazionale: l’Italia ha bisogno di fiducia, investimenti e certezze per evitare che questa fase si trasformi in stagnazione nei prossimi trimestri.
L’articolo Istat: Confesercenti, da prezzi e occupazione segnali contrastanti, effetto dazi “anestetizza” l’economia proviene da Confesercenti Nazionale.